XXII Settimana della lingua italiana nel mondo: Ode alla lingua italiana, in parole e note
Spettacolo musicale di Massimo Roscia e Davide Zilli
– Con traduzione simultanea ungherese –
Lo scrittore Massimo Roscia e il cantautore Davide Zilli mettono in scena uno spettacolo tutto incentrato sulla lingua italiana, sulla sua bellezza, la complessità, la musicalità e, soprattutto, sul suo uso talvolta sciatto, negligente, bizzarro e poco convenzionale. E lo fanno in maniera allegra, intelligente e provocatoria, senza mai indossare gli abiti dei professori pedanti, dei puristi nostalgici o degli sciovinisti più intransigenti, senza mai prendersi sul serio, ma divertendosi e divertendo.
Dunque, nessuna lezione di grammatica polverosa, accademica, noiosa e didascalica; nessuna regola astratta e incomprensibile da imparare a memoria e da ripetere meccanicamente come una poesia o una tabellina di aritmetica. Solo simpatiche improvvisazioni verbali e sonore, contaminazioni linguistiche, giochi di parole, canzoni, vivide rappresentazioni e raffinate provocazioni sul tema della lingua italiana che è sì viva e figlia del tempo e, perciò, in costante evoluzione, ma che purtroppo – e non pultroppo – è quotidianamente bersagliata da errori e orrori grammaticali.
I consigli, dispensati in maniera originalissima da Roscia e Zilli, sono utili, improntati alla praticità e concepiti per esaltare la magnificenza della nostra lingua, avvicinare il più possibile la norma all’uso e fare sì che un buon italiano, scritto e parlato, aiuti a risolvere i problemi della quotidianità (studio, lavoro, amore, burocrazia, salute…) e, in definitiva, a vivere meglio. Armati di microfono e pianoforte, Roscia e Zilli spaziano con disinvoltura tra i vari contesti e registri linguistici, difendendo apostrofi, accenti e segni di interpunzione, facendosi fermi propugnacoli contro l’invasione di mission, vision, location e altri inutili anglicismi, combattendo i congiuntivi maldestramente invertiti con i condizionali, i qual è con l’apostrofo, i piuttosto che usati impropriamente con valore disgiuntivo, le reiterate mutilazioni della lettera h, gli usi impropri del che polivalente, i diminutivi iperbolici, i tic linguistici e le altre violenze, grandi e piccole, perpetrate a danno della lingua italiana.
I due artisti giocano briosamente con inciampi e scivoloni grammaticali senza mai demonizzare l’errore o ridicolizzare chi l’ha commesso perché, pur riaffermando alcuni obblighi e divieti inviolabili, ritengono che l’errore sia un ottimo indicatore del processo di apprendimento di una lingua e, se corretto e compreso, in un’opportunità di miglioramento. Utilizzando aneddoti, brevi racconti, spaccati di vita quotidiana, nuovi stimoli, promemoria, esempi concreti e motti di spirito, aiutano a evitare sviste linguistiche e grammaticali più o meno gravi, fraintendimenti e figuracce. E, alla fine dello spettacolo, gli spettatori, dopo avere riso di una battuta o di un errore, se ne tornano a casa felici e contenti, portandosi dietro un paio di insegnamenti, qualche spunto di riflessione, lo spirito rallegrato e il crescente desiderio di amare un po’ di più questa straordinaria lingua che è l’italiano.
Massimo Roscia (Roma, 1970) è un personaggio proteiforme e di difficile catalogazione. Scrittore, reporter di viaggio, critico enogastronomico, storico collaboratore del Gambero Rosso, già condirettore editoriale del periodico Il Turismo Culturale, docente (insegna comunicazione, tecniche di scrittura, editing e marketing territoriale), copywriter, attore e conduttore, arricchisce ulteriormente il suo curriculum definendosi con fierezza incensurato, automunito e militassolto. Autore di romanzi, racconti, saggi, guide e sceneggiature, ha esordito in narrativa con Uno strano morso. Ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo (Edizioni della Meridiana, 2006). Tra i suoi libri più celebri si ricordano: La strage dei congiuntivi (Exòrma, 2014), romanzo che ha riscosso un significativo successo di critica e venduto oltre quindicimila copie, Di grammatica non si muore (Sperling & Kupfer, 2016) e Peste e corna (Sperling & Kupfer 2018). Nel 2019 ha debuttato a teatro con il suo spettacolo Grazzie. L’ultimo romanzo, Il dannato caso del Signor Emme (Exòrma, 2020) è stato proposto per il premio Strega 2021. Funambolo della penna e della favella, arguto osservatore della società, fine umorista e vero showman, Roscia è molto richiesto in radio e in televisione, dove interviene spesso per parlare, a modo suo, della lingua italiana e degli errori grammaticali. Attualmente è in libreria con il volume Compiti delle vacanze per amanti dei libri (Sonzogno, 2022).
Davide Zilli (Piacenza, 1977) vive a Parma, è professore di italiano al mattino e cantautore-pianista di sera. Diplomatosi al Conservatorio di Milano e perfezionatosi nello studio del pianoforte jazz, ha alle spalle una lunga gavetta da pianista classico ed è stato selezionato per i corsi di “Fronte del palco” a Modena, dove ha messo a punto le proprie canzoni e il proprio live sotto la guida di Manuel Agnelli, Gianni Maroccolo e Cristina Donà. Si è esibito in tutta Italia e all’estero, collabora spesso col mondo del cabaret ed è stato premiato in vari concorsi (vincitore assoluto a Musicultura, Miglior Testo al Premio Umberto Bindi, Finalista al Premio De André). Dal suo esordio ha pubblicato tre album: Coinquilini (Ishtar Records, 2010), Il congiuntivo se ne va (Metatron, 2014) e Psicanaliswing (Cosmica, 2022), registrato con la collaborazione di artisti illustri e trasversali (le Sorelle Marinetti, Paolo Rossi e l’Orchestra di Mirko Casadei). La sua versione del classico di Cochi e Renato “E la vita, la vita” è entrata recentemente nella colonna sonora del film “Il milanese imbruttito”, e come autore ha collaborato con Paolo Belli, che ha interpretato la sua canzone “La ragazza di Londra”. La sua musica miscela pop e jazz nelle forme più varie, seguendo una linea che va dalla canzone italiana più obliqua e stralunata (Paolo Conte, Enzo Jannacci, Sergio Caputo) fino a Elvis Costello e Randy Newman. Attivo anche in campo letterario, ha curato due libri di critica.
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