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Senso (1954 – 115’)

Regia di Luchino Visconti

100 film e un’Italia da non dimenticare

Siamo nel 1954 quando Senso, presentato alla Mostra del cinema di Venezia, suscita varie polemiche, dividendo pubblico e critica. Da un lato lo si considerava eccessivamente popolare, dall’altro gli si attribuivano riflussi patriottici e significati politici da censurare (Visconti fu costretto a tagliare alcune scene, a modificare il titolo e il finale). Si tratta inoltre di un film che, seppur classificato come realista romantico, segna in maniera chiara il tramonto del neorealismo. Visconti parte dalla omonima novella di Camillo Boito per creare qualcosa di diverso, non è un caso che il titolo sarebbe dovuto essere “Custoza”, in riferimento alla celebre disfatta italiana. Ambientato nel 1866 questo film rilegge il Risorgimento come una rivoluzione mancata, mostrando tra l’altro anche la grande passione di Visconti per il teatro. Un’opera sontuosa che ha regalato al cinema alcune scene indimenticabili.

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