Spettacolo | Leggere Dante: il coraggio di assumere il proprio destino
Lettura Dantis – canto XXVI dell’Inferno – con musiche dal vivo di tradizione greco-ottomana di e con Moni Ovadia e Dimitris Kotsiouros (canto e qanûn) e Maurizio Dehò (violarda)
Moni Ovadia, grande intellettuale contemporaneo che ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico e della figura dell’esiliato in genere, si confronta con il canto XXVI dell’inferno dantesco da cui emerge la figura di Ulisse.
Un Ulisse che nella “Divina Commedia” chiama i compagni “fratelli” e li incita ad interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere.
Una grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che distinguono gli esseri umani dal resto del creato.